Ah, i bambini! Vispi contenitori di tutte le nostre speranze per il futuro, emblema universale dell'innocenza, della spontaneità... Un esempio da seguire per l'umanità tutta. E non provate a non essere d'accordo, altrimenti Peter Pan si offende. E anche Giovanni Pascoli.
Ci guardiamo intorno, noi giovani universitari quasi fuori corso: vediamo pargoli che giocano allegri per strada, nei parchi; e tutto a un tratto ci sentiamo vecchi. Tutto il grave fardello dei nostri circa ventitré anni ci cade impietosamente addosso.
Sì, perché la verità è questa: non è che sia passato poi tanto tempo tra la nostra infanzia e la loro, ma diamine, non si può non constatare con un certo terrore che una vera rivoluzione è avvenuta: sono cambiati tutti i giocattoli.
È uno strumento preziosissimo per capire l'antropologia, il giocattolo. Dimmi con che giocavi da bambino, io ti dirò quali psicopatologie e turbe mentali ti affliggono da grande. Essendo io di classe 1988, non posso che riportare esempi relativi agli anni '90. Questo va contro la mia etica di blogger, poiché il mio straripante ottimismo mi porta a pensare che Tavor In Fabula sia seguito da miliardi di lettori, e che quindi con questo intervento io stia discriminando quei due, tre milioni di fans che non sono stati bambini negli anni '90. Vi prego di farvene una ragione.
Chiarito questo punto, posso iniziare a sciorinare esempi che vi porteranno, inevitabilmente, ad essere d'accordo con me. Bene.
- LA MACCHINA PEG PEREGO: a tutti gli effetti un'automobile elettrica per piccoli viziati. La Peg Perego faceva passeggini, principalmente. Poi ha deciso di fabbricare e vendere piccoli, semoventi gioielli supercostosi, destinati a coloro che, in seguito, sono diventati tanto piacioni quanto poco puliti adulti dal grande ego e dal piccolo pene. Costoro girano con la loro Ferrari, prendendo all'amo ossigenate donzelle interessate alla macchina. Queste ultime sono coloro che, da bimbe, non si accontentavano solo della casa di Barbie, ma esigevano anche la piscina, la macchina, l'idromassaggio, la toletta per il cane. Tutto di Barbie. Ah, e sono anche le stesse bambine che non si curavano del fatto che Ken avesse l'organo genitale meno realistico nella storia dei materiali in plastica, perché erano più interessate agli accessori di cui sopra.
- INDOVINA CHI: un gioco che aguzza l'ingegno. E la curiosità. “Ha la barba? Ha gli occhiali? È un uomo?" ...oh, quanti ricordi. Peccato che, per il bimbo amante di Indovina Chi, la strada sia segnata: cova già dentro di sé il germoglio dell'investigatore privato, dello stalker, del ritrattista o semplicemente del pettegolo. Non vi lascerà in pace, le sue domande vi corroderanno l'anima. Guardatevi Matrix o Porta a Porta per farvi un'idea di ciò che sto dicendo.
- TUTTI I TIPI DI BAMBOLOTTI: ricordo che, già da piccola, rimanevo impressionata da certe pubblicità di Sbrodolina o Ciccio Bello, nelle quali un' eccitatissima voce di bimba recitava: “Fa la cacca vera! Fa la pipì vera!”. Parliamone. Se una bambina di sette, otto anni è entusiasta di pulire la cacca e la pipì di un bambolotto, o di asciugare litri di bava schiumosa (lievemente inquietante) di una bambolotta, cosa potrà mai fare da grande? La donna manager? Sarà una madre di famiglia, una baby sitter, un'ostetrica, oppure lavorerà alacremente in un orfanotrofio. Infatti di Ciccio Bello facevano anche quello nero, non sia mai si dovesse pensare che siamo razzisti. E se li volevi piccoli, profumati e chiudibili in una scatola di cartone, ci stavano pure i Fiammiferini. Non voglio pensare a quale tipo di donna adulta abbiano dato vita i Fiammiferini.
La lista potrebbe essere ancora molto, molto lunga. Dai costruttori abusivi germogliati dai Lego, alla gente con la mania di controllo nata dai Polly Pocket e Mighty Max (sono quelli che oggi hanno sviluppato una mania ossessiva per Grande Fratello e simili), per non parlare dello stuolo di fashion bloggers partorite da Giralamoda.
So a cosa state pensando, a questo punto. Voi giocavate più o meno con tutte le cose che ho nominato. Tranquilli, pure io, ma questo non ci rende necessariamente inscrivibii nelle categorie che vi ho illustrato. La mia idea è che, per diventare davvero come la gente che ho descritto, sia necessario che da bambini si sviluppi una vera e propria fissazione per uno solo di questi giocattoli. Io variavo i miei giochi, e così facevate anche voi, voglio sperare.
Potrei concludere qui questo intervento, per farvi dormire sonni tranquilli. Siamo tutti normali, queste categorie non ci riguardano, F.A.Q. è proprio una brava ragazza. Mi spiace deludervi, ma c'è un'ultima categoria. Spero tanto per voi che non vi sentirete chiamati in causa neanche da questa, ma non posso dire lo stesso di me. Io, come tanti, da piccola avevo sviluppato un rapporto compulsivo-ossessivo nei confronti del SAPIENTINO.
I reduci del Sapientino sono creature pericolose. Abituati, da piccoli, a sentirsi lodare da una voce meccanica grazie alla loro straripante cultura, da grandi diventano pseudointellettuali mediamente alternativi, affetti da delirio di onnipotenza e senso di superiorità. Di solito si segnano a corsi di laurea umanistici con lo scopo di scrivere libri, per condividere col mondo il loro immenso sapere, ma può anche succedere che si segnino a fisica o ingegneria, per salvare la terra da catastrofi nucleari.
Se anche voi siete dei Sapientini, mi dispiace. Però mettetevi bene in testa che mai, mai riuscirete a diventare meravigliosi quanto me.
Altro che i Gormiti e le Bratz.