domenica 23 gennaio 2011

La mano Invisibile



Georgia Novembre 2003: si vota per le elezioni presidenziali ed il rinnovo della compagine governativa,i risultati ufficiali sono chiari: rivince il presidente uscente Eduard Shevardnadze, ma le opposizioni dichiarono illegittimo il voto mobilitando in qualche giorno  migliaia di persone che scendono in piazza a manifestare nella capitale tibilisi contro i presunti brogli elettorali. La tensione è alle stelle e i governi occidentali si affrettano a soffiare sul fuoco salutando favorevolmente le proteste e le iniziative di piazza,catapultando il paese nello scenario politico internazionale. Tutti sembrano all improvviso svegliarsi e riprendere coscienza del nodo strategico del paese nei rapporti di forza tra gli Stati Uniti e la Russia (la Georgia continua ad essere rifornita energicamente da quest’ultima ) dopo giorni di tensioni continue la rivoluzione delle rose termina con le dimissioni dell neoeletto Shevardnadze che lascia il paese.Nel gennaio 2004 si svolgono nuove elezioni e il leader della protesta  Mikhail Saakashvili viene eletto (questa volta con il consenso occidentale e senza presunti brogli) con il 97% delle preferenze. (avete capito un 97% limpido e pulito).

Si apre una nuova fase per la Georgia che deve far fronte ad una difficilissima crisi economica.Per salvare il paese dal baratro si materializza quindi la presenza divina degli Stati Uniti i veri missionari evangelici della democrazia,mentre si smantellano le ultime due basi militari russe e si riorganizza l’esercito attraverso il programma congiunto con whasington denominato Train and Equip, Saakashvili apre l’affluso di crediti da parte dell’ Fmi e della Banca mondiale e ovviamente si accelera subito l’ingresso del paese nella Nato. Tutto è pronto e il nuovo governo lancerà a breve il piu grande piano di privatizzazioni degli ultimi anni,si passa all’attaco, lo stato viene di fatto espropriato: fonti d'acqua,  ricchezze minerarie, foreste, aree protette, musei,  teatri e  luoghi di interesse storico culturale,  porti di importanza nazionale,  ferrovie,  gasdotti, autostrade, strutture aeroportuali e molti altri beni della comunità vengono di fatto svenduti.


La georgia tra il 2005 e il 2006 privatizza industrie e infrastrutture per il valore di 900 milioni di dollari. La pressione degli Stati Uniti continua a farsi sentire con i continui aiuti economici ,ma la Georgia oramai genuflessa  risponde inaugurando l’oleodotto più lungo del mondo, ossia il Baku-Tbilisi-Cheyan (BTC) che trasporta petrolio dal Mar Caspio fino alle coste della Turchia, si costituisce di fatto una nuova politica energetica, nel tentativo di ridurre le dipendenze da Mosca.

La mitologia delle rivoluzioni colorate possiede un unico obiettivo,rovesciare i governi in carica piegandoli al volere degli Stati Uniti e dell’Occidente,modificando di fatto le strutture politico-economiche assoggettandole a istituzioni finanziarie come L’Fmi o la Banca mondiale. L’equazione è delle più semplici: sfruttare il disagio delle masse sventolando il sogno occidentale pseudo liberale come l’unica possibilie via di fuga dai regimi in carica. La stessa cosa si è provata a fare in Iran con la rivoluzione verde, fomentando le proteste di piazza per rovesciare Ahmadinejad sostituendolo con il filo-occidentale Moussavi. Stavolta però non ci sono riusciti, ma la storia si ripete el a nuova guerra invisibile si concentrerà sul piano energetico lanciato dall’Iran.

I progressisti continuano a credere che le rivolte costituiscano il risveglio di una coscienza popolare senza rendersi conto della mano invisibile che li circonda,fatevi un favore,ammainate la bandiera rossa.



Fabrizio Ruffo

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