lunedì 24 gennaio 2011

21a Giornata di Campionato. Lieti ritorni.


El Cholo Simeone 10: Chi sentiva la sua mancanza?
Nato nel 1970 dall'accoppiamento tra un viados argentino, una suricata e un ministro democristiano a caso, transita nel campionato italiano tra il 1996 e il 2003 cercando di spargere i semi dell'antisportività. Caratteristica l'entrata "a trinciapollo" da lui coniata. Nel 2003 con un suo sputo fa ammalare di sla il povero stefano Borgonovo, ricercato dalla polizia decide di fuggire e tornare in SudAmerica, prima come venditore ambulante di burritos, poi esponente di spicco del cartello narcos "el grande", inonda di cocaina le feste della Florida. Costituitosi al governo argentino viene graziato dal presidente Kirchner che gli fa sperimentare il nuovo programma di recupero per ex-narcos e lo manda ad allenare l'estudiantes. Corrompendo e minacciando arbitri e giocatori vince il campionato. Cristina Kirchner lo premia inviandolo come allenatore al Catania, altra squadra facente parte del programma di riabilitazione governativo; composta per la quasi totalità da galeoti ed ex narcotrafficanti argentini.
Esordisce sabato con una sconfitta per due a zero contro la corazzata parmense. Bentornato!
Amauri 9: Sempre e comunque uno dei miei preferiti. Si muove con le solite movenze di un Aldo Busi costipato. Colto da improvvisi attacchi di saudade si ferma immobile facendosi trovare in fuorigioco in maniera sistematica. Divora 4 occasioni, perde dai 18 ai 22 palloni e fissa, inequivocabilmente, il risultato sullo zero a zero.
San Pellegrino 8,5: Insieme a Di Vaio il bomber più in forma della serie A. Dopo la magia di tacco della scorsa domenica, oggi con una rapace spaccata infila il secondo goal consecutivo. Sempre nella sua porta.
Arcari 8: Operaio cassaintegrato della Fiat, stabilimento Mirafiori, reparto verniciatura; da quest'anno nel tempo libero fa il portiere del Brescia e ieri esordisce piazzando un campo magnetico sulla riga della sua porta. Para l'impensabile fino a quando, al novantesimo, non viene beffato sul suo palo dalla punizione di Bovo, un difensore centrale intelligente come un mulo e due volte più brutto. Tragico.
Di Vaio 8: Continua a tenere una media gol che sfiora quella di Silvio Piola e se giocasse sino ai 52 anni (cosa che il buon Silvio fece) sicuramente lo raggiungerebbe, per ora si accontenta di superare, nella classifica di tutti i tempi, Pierino Prati e Abel Balbo. Se non ti chiami Silvio non hai mica il dono dell'eternità.
Inler 7,5: Praticamente un trattore. Con l'ausilio dei suoi lacché (o bracci meccanici), Asamoah e Pinzi, si divora il centrocampo dell'inter con una facilità imbarazzante.
Peccato sia ricercato dai leghisti friulani che lo ritengono un esponente di spicco di Al Qaeda. Muslim.
Mexès 7: Da quando ha iniziato ad assumere ormoni in quantità abnormi ha una condizione fisica straripante, segnalata da un collo grande come tutto simplicio. Annienta e azzera qualsiasi velleità offensiva del Cagliari facendo cadere gli attacanti anche con un solo ammicco. Bufalino.
Ficcadenti 7: Bello e dannato. Subire la terza sciagurata sconfitta di fila, nonostante un primo tempo scoppiettante contro un Milan falcidiato da infortuni e misteriose sparizioni (ovvio risultato di riti wodoo di magistrati e giornalisti bolscevichi), gli conferisce uno sguardo ancora più tetro contorniato dal ciuffo scomposto in perfetto stile dark wave e lo conferma sempre più come icona saturnina del campionato.
Ramirez 6,5: Dopo Kenneth Anderson, unica intuizione di mercato del Bologna negli ultimi 45 anni. Segna con un capolavoro di sinistro il gol del pareggio e passa il resto della partita a dileggiare, con una nonchalance a tratti irritante, l'intera retroguardia biancoceleste.
Robinho 6: Continua ad agitarsi tarantolato in area e a mettere alla prova la resistenza fisica di Antonioli a forza di pallonate. La miriade di conclusioni che tenta, ma che vengono puntualmente respinte dal portiere, lascia spazio al sospetto di un malizioso giochetto sado-masochistico tra i due, vista anche l’aria promiscua che si respira in casa Milan.
Traorè 5,5: Finisce casualmente in campo a causa di un errore di Delneri nella trasmissione della formazione. Accortosi dell'errore lo sostituisce dopo quattro minuti con un barbuto Fabio Grosso. Riuscirà persino a farsi rimpiangere.
Matri&Acquafresca 5: Perfetti per interpretare Marco, fidanzato della principissa Sofia in piccolo grande amore, oggi passeggiano per l'area dell'olimpico vanificando i circa 79 cross provenienti dalle fasce del Cagliari. Comunque belli.
Nainggolan 4: Pseudonimo calcistico di Krillin, insostituibile compagno di Goku durante le sue missioni di salvataggio del pianeta terra. Temprato dai titanici allenamenti del maestro tartaruga e da quelli nella stanza dello spirito e del tempo, dimostra una condizione fisica ineguagliabile. Peccato però che nessuno gli abbia spiegato le regole del calcio.
Ledesma 4: Approccia la partita come fosse uno spirito dei monti della Patagonia, contemplando lo spazio, dilatando il tempo, cercando la spersonalizzazione del sé, continuando a passare palla seguendo traiettorie dimensionali alternative. Probabilmente mentre Di Vaio lo zompava a piè pari per firmare il raddoppio del Bologna, lui era lì lì per cogliere il Tutto. Ieratico.
Ranieri 3: Da quando ha stretto il patto col diavolo si limita a schierare la squadra più scarsa e casuale in campo, consapevole che riuscirà comunque a vincere grazie ai riti satanico-divinatori che tiene nelle palestre di Trigoria il venerdì notte insieme a Perrotta e Antunes (sciamano delle ande). Durante il rito i membri si dispongono circolarmente suonando i tamburi e cantando vecchie canzoni di Antonello Venditti, al centro del cerchio balla Simplicio che, impossessato, riesce a comunicare con Zibi Boniek, Pruzzo e varie entità demoniache chiedendo il loro favore per la partita della domenica. Ti odio.
Zarate 0,5: Entra nel secondo tempo a rilevare Sculli, uscito per problemi tecnici (incapacità nel giuoco del calcio). Crea il solito fumo lì davanti che butta in caciara ogni speranza offensiva della lazio. A partita finita tenta di sferrare un destro a Moras con la forza e la decisione di un giovane Macaulay Culkin, per questa infinita tristezza si guadagna mezzo punto in meno rispetto al solito.

Leon Blavatsky&Sophia Belbo

1 commento:

  1. Quel 3 a Ranieri è persino esagerato.
    Visto non pochi risultati delle partite fino a ieri disputate credo che faranno anche riti wudooo
    o wodoo, non so come cavolo si scrive.
    Per quanto riguarda gli aquilotti mi taccio.

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