sabato 15 gennaio 2011

Non ci son più i decessi di una volta



Càpitano, rare volte nella vita, brevi ma intensi momenti di quella che James Joyce chiamava epifania: una rivelazione improvvisa, un momento in cui tutto infine ci sembra chiaro, in cui una cosa che ci è sempre stata davanti agli occhi ci si rivela, tutto a un tratto, nella sua vera essenza, nel suo reale significato.
Pochi giorni fa è capitato anche a me di avere un'epifania; ho scoperto cosa vuol dire davvero l'espressione "beata ignoranza". Non è un detto veritiero, nessuno con un po' di senno sosterrebbe mai l'ignoranza- mi dicevo prima della mia epifania. Poi mi è stato raccontato un fatto che mi ha sconvolta: a quel punto ho realizzato che, se non fossi mai e poi mai venuta a sapere quel dannato fatto, avrei continuato la mia carriera universitaria più serena e spensierata, ignara di tutto. Beata ignoranza!
Ma questa notizia è un fardello troppo pesante da sopportare da sola. Mi sento costretta -capite?- a condividerla con voi: l'argomento scottante è nientepopodimenochè la morte di Giacomo Leopardi.
Stando ad alcune recenti scoperte, la sua dipartita sarebbe avvenuta in circostanze, diciamo, particolari. Non convenzionali, ecco. Non per colpa del colera di Napoli del 1837, pare.
Perdonate la solita, pedante premessa che sento il bisogno di fare in tutti i miei post prima di arrivare al succo: devo dirvi che non è difficile per me cadere vittima di una burla. Tutti quelli che mi conoscono lo sanno. Se mi viene detto, con una certa convinzione, "la nuova caramella che la Haribo ha fatto uscire in America si chiama Wikileaks", io ci credo. Per questo motivo, appresa la scomoda notizia su Leopardi, mi sono fiondata alla ricerca di conferme(o smentite), sperando con tutta l'anima che mi avessero fatta fessa per l'ennesima volta. Invece no, pare sia tutto vero. O perlomeno plausibile. L'ipotesi alternativa sulla morte di Leopardi è stata elaborata dallo studioso Gennaro Cesaro il quale, concedetemelo, non avrebbe fatto un soldo di danno leggendosi Novella 2000, invece di tuffarsi nelle scartoffie di Leopardi e scoprire questa amena notizia.
Ma è ora di svelare l'arcano.
Uno dei maggiori letterati italiani di sempre, finissimo pensatore, eccelso poeta nonchè creatore di una sua personalissima quanto acuta filosofia, sarebbe morto per colpa dei confetti. I CONFETTI, sì, quelli che si mangiano ai matrimoni.
Oh, come mi pesa raccontare questa storia.
Andò così: in quel periodo il nostro Giacomo era ospite a casa dell'amico Antonio Ranieri. La sorella di quest'ultimo, forse spinta da pietà verso quell'ometto al quale erano stati negati tutti i piaceri della vita (e per fortuna, altrimenti probabilmente non sarebbe stato il filosofo che è stato) pensò bene di regalargli una cosa di cui andava ghiotto: i confetti di Sulmona, detti anche cannellini per via del loro cuore alla cannella.
Un chilo. Divorati senza battere ciglio. Un Attila dei confetti. Giacomo, perchè?
Come se non bastasse, i geniali padroni di casa, con un'arditezza degna della migliore malasanità del ventunesimo secolo, escogitarono un metodo sopraffino per curare l'indigestione del poeta. Una combo letale: brodo bollente e limonata ghiacciata. E passa la paura.
Galeotto fu il cannellino e la conseguente congestione intestinale, dunque.
Non so quanto tutta questa storia sia attendibile, solo di una cosa sono certa: il mio cervello si rifiuta di immaginare la scena di un verdastro Leopardi che si contorce dai dolori a causa di un chilo di confetti, per poi finire morto di congestione post-bibitone. Ma soprattutto, ora come farò ad affrontare un esame su Leopardi senza rivedermi davanti agli occhi questa scena grottesca? Come farò? L'immagine del sommo poeta è compromessa irrimediabilmente dentro di me.
Preferivo le leggende liceali del "Leopardi è morto di gobba".
BEATA IGNORANZA!

p.s: è quasi superfluo precisarlo, ma chiunque possa smentire questa ipotesi in modo sicuro farà la mia felicità e darà nuova dignità al caro Giacomo, che ora starà facendo il triplo carpiato nella tomba, poveretto.

3 commenti:

  1. ahahahahah vedi perchè mi rifiuto di condividere il Sapere (con la S maiuscola?) ogni volta che lo faccio qualcuno impazzisce o si creano catastrofi XDXDXD

    RispondiElimina
  2. maledetto Francesco, lo pseudonimo "tutto e nulla" non mi impedisce di capire che sei tu. La mia collera si riverserà su di te per avermi rivelato una tale verità!
    F.A.Q(FrivoleAmenitàQuotidiane)

    RispondiElimina
  3. bertù, mi hai smontato il tutto anche a me! Però da un lato, pensare che anche lui era "umano" mi piace! E poi oh, tra morire di confetti e morire di colera, la scelta non è poi così ardua!:D

    RispondiElimina