mercoledì 16 febbraio 2011

Siamo tutti Vanni Fucci.


Per san Foca prestigiatore, bestemmiare è reato. Lo stabilisce il codice penale vigente, che risale al 1930 (un anno dopo la firma del concordato), all'articolo 724, nella sezione concernente «la polizia dei costumi». Certo, di acqua sotto i ponti ne è passata e il cattolicesimo non è più la religione di Stato (dal 1984). Il reato è stato depenalizzato (1999) e, in un'ottica multiculturale e tollerante, è stato esteso a tutte le religioni (non si può bestemmiare neanche Allah. 1984).
Sia ben chiaro, tuttavia, che ad essere proibito è il vilipendio della Divinità. Mentre la cornice religiosa resta attaccabile sui diversi fronti. È lecito per esempio dire: «Accidenti all'ostia e a chi l'inghiotte» o «Che l'arca dell'alleanza affondi mentre san Teobaldo sacerdote eremita fa il tiro a segno con Gabriele e l'intero stormo di angeli».
Nessuno si stupirà, poi, se dei sindaci leghisti continuano a produrre delle norme che vietano di «proferire bestemmie o ingiurie nei confronti della religione». Gianluca Buonanno è il sindaco di Varallo, un comune in provincia di Vercelli. Prima di emettere un'ordinanza anti-blasfemia, il celta Buonanno aveva già proibito il cosiddetto 'burkini', ovvero il costume da bagno per musulmane osservanti (che somiglia ad una tuta della Nike), affermando che la vista di una «donna mascherata potrebbe creare turbamento soprattutto nei più piccoli, senza parlare poi di eventuali problemi igienici». In seguito, rilevando che (cito l'ordinanza n. 102 dell'agosto 2010) «è diffuso (purtroppo) l’uso di pronunciare bestemmie e ingiurie di contenuto triviale nei confronti della religione cattolica», ha ritenuto opportuno e doveroso punire tale infame pratica con una sanzione che va dai 100 ai 200 euro. Sì, perché oltre che verso la religione cattolica, le ingiurie mancherebbero di rispetto nei confronti del Sacro Monte, simbolo religioso di Varallo nonché «patrimonio dell’Umanità riconosciuto dall’UNESCO».
È, invece, stato attento alle esigenze delle differenti comunità religiose presenti in Italia il sindaco di Brignano Gera d'Adda (provincia di Bergamo). Valerio Moro (manco a dirlo, leghista pure lui) ha proibito di bestemmiare ogni Dio, «quale esso sia». Comunque, il suo atteggiamento è nel complesso più morbido di quello del collega di Varallo. Infatti il divieto è solo simbolico e non è prevista nessuna pena: «È una decisione che nasce dal buon senso. Ci mancherebbe altro che gli agenti della polizia locale andassero per strada a multare chi bestemmia. La nostra voleva essere una bacchettata morale, che in qualche modo facesse seguito allo sfogo di don Marco». Proprio così. Più che un vero divieto, la norma è l'ammiccamento del Comune al parroco del paese, don Marco Bosio. Il giovane prete (che tra le pagine del suo profilo facebook ha Nek official e Questo embrione avrà più fan di Emma Bonino), stanco di ascoltare in oratorio le blasfemie dei giovani, ha iniziato una crociata contro i cattivi costumi della gioventù di Brignano. E quando don Camillo alza i toni, anche Peppone china il capo. Tant'è che l'opposizione comunale non ha reagito contro la norma proposta da Moro. Anzi, condividendone la sostanza, al momento del voto in consiglio comunale si è astenuta.
Chiudiamo il bollettino delle nostre Cronache di Provincia con un paio di consigli per il bestemmiatore di mestiere (N.B.: il contenuto del testo che segue si connota in immotivate e gratuite violenza e trivialità; è fortemente sconsigliata la lettura ai minori, ai deboli di stomaco e agli afferenti alla Chiesa cattolica apostolica romana): «Per le stimmate di padre Pio scopate a turno dagli apostoli»; «Caro Gesù, tu che sei esperto, mi consiglieresti una buona marca di chiodi?».

Nessun commento:

Posta un commento