lunedì 10 gennaio 2011
19a Giornata serie A. Juan come Iago.
Juan 10: L'incarnazione del concetto di sciagura. Mette in scena l'esemplificazione pratica di come un uomo solo possa annientare la propria squadra. Entra e in 45 minuti causa due gol, un rigore e un'espulsione. Burdisso prova a richiamarlo all'ordine ma lui ormai pensa solo alla nausea dell'esistenza, uno Iago intento nel suo soliloquio shakespeariano che malinconicamente tira avanti per tutto il secondo tempo, degno del più cupo Pessoa.
La Difesa della Juve, la Juve, Luca Toni 9: Ci metterei anche Luciano Moggi, Blanc e un Agnelli a caso. Puro godimento. Riesce a chiudere il girone d'andata, nella "stagione della rinascita", con il minor numero di punti dall'anno 2007, stagione del ritorno in serie A. Continua a far giocare quel trapezista di Amauri davanti, compra Toni che aspetta di riprendersi dal suo infortunio (invecchiamento cellulare) e continua a credere che Del Neri sia un grande allenatore (e non, invece, un grande indossatore di occhiali, quale è). Ah: poi c'è grygera terzino.
Lucchini&Gastaldello 8: La coppia che insieme misura i nasi più lunghi del campionato, bruttissimi in ogni loro manifestazione di vita riescono a non prendere una palla, farsi espellere e vincere comunque la partita.
Kiko Macheda 7: Nato e cresciuto tra Roma e Tivoli da padre pastore e mamma pecora, fervente tifoso della lazio e sostenitore attivo della Coldiretti, viene preso come giardiniere dell'Old Trafford a 15 anni. Come il protagonista di Padre Padrone sa parlare solo burino ma a Manchester si ambienta subito, stringendo amicizia con i più raffinati intellettuali che animano la vita cittadina: Cristiano Ronaldo, Evra e Nani, con i quali raggiunge una straordinaria affinità di spirito. Torna in Italia pronto ad affiancare De Silvestri e Rosi tra i bori seriali di spazio 900. Sette di benvenuto.
Grossmuller 7: Nessuno si accorge della sua esistenza fino al 72esimo quando questo strano essere a metà tra un pornoattore messicano e Chuck Norris regala la vittoria al lecce. Dimostrazione di come si può avere il nome di una marca di wusterl e riuscire comunque nella vita.
Antonini 6: Degno di segnalazione perché ieri è riuscito a battere il record di dribbling subiti. precedentemente retto da Peppe Pancaro. Baconi ha calcolato che Sanchez è riuscito a saltarlo dalle 51 alle 63 volte. Continua a scendere in campo titolare facendosi credere una giovane promessa e, sostanzialmente, ingannando tutti. Non solo è scarso ma ha 30 anni.
Udinese 3: Allora: l'Italiatutta tifa per te (sensazione che dovresti apprezzare visto che la tua città fa lo stesso numero di abitanti di Villanova di Guidonia) vinci 3 a 1 a San Siro e riesci a prendere in un quarto d'ora 3 gol in contropiede. Qualcosa è andato palesemente storto.
Cavani 2: Vergogna!
Zarate 1: 1sportivo per Zarate, anche questa giornata.
Leon Blavatsky
Etichette:
Leon Blavatsky,
Ti amo Campionato
sabato 8 gennaio 2011
Esercizi di democrazia
Ore 12:04
Il tabellone che indica lo scorrimento dei turni dell’ufficio postale avvisa crudelmente L. che un cortese impiegato dall’aria inevitabilmente seccata si occuperà di lei solo dopo essersi prima occupato di altre 34 persone.
Senza perdersi d’animo e zittendo la voce del Senso del Dovere che le sibila implacabile: “Te l’avevo detto! Ci dovevi venire alle 9 alla posta, e invece alle 9 stavi rimandando la sveglia per la terza volta! e adesso? Eh? Sai che dovrai sospendere le funzioni diuretiche per recuperare il tempo di studio perso?” si reca, avvolta nel suo caldo maglioncino di cashmere, all’edicola davanti l’ufficio postale. Nella fretta di uscire ha dimenticato di portarsi dietro il libro che sta leggendo (sarà perché è “Le ultime lettere di Jacopo Ortis”? No, vi prego, non ditelo al suo Senso del Dovere altrimenti la torturerà per notti intere con incubi in cui giovani suicidi piangono sulla bandiera della Repubblica Cisalpina), errore gravissimo, quasi mortale: se si ha intenzione di sopravvivere alle violente sommosse che puntualmente prendono vita nell’affollato e maleodorante ufficio postale (causate incontrovertibilmente dalla natura degli impiegati, decisamente più simile a quella di piante grasse munite di aculei che non a quella umana) è necessario munirsi di un diversivo che distragga, renda immuni alla tensione crescente nell’ufficio ed estranei da tutto ciò che vi avviene dentro.
Dicevamo, L. si avvia verso l’edicola, con un sorrisetto vagamente compiaciuto, pregustando il diffuso e onanistico diletto sottocutaneo che le procurerà l’acquisto de “Il Manifesto”.
Giunge, così, al bancone dell’edicola ancora intenta ad assaporare tutta questa piacevolezza, ignara che di lì a pochissimo il suo ameno stato d’animo sarà brutalmente messo in crisi.
Accanto a lei, una piacente signora bionda con figlioletto biondo al seguito: cappotto nero lungo appena fin sotto il sedere da cui spunta una calza nera coprente lucida (che sottintende l’assenza di gonna, così come la moda impone alle esponenti del gentil sesso, sprezzanti di età e/o condizione fisica); croce di diamanti (falsi) che s’insinua tra le grazie ed esalta un decolleté abbronzato e prosciugato dalla lampada; stivale tacco 7 nero di pelle con zip che strizza il polpaccio sodo come un uovo alla Bismarck, borsa extra large con le frange stile cow-girl, anch’essa nera di pelle; labbra dipinte color Laterizio di Siena contornate tono su tono dal tratto della matita color Melanzana alla Parmigiana, voce stridula e un po’ strascicata: “No capito, è che è ‘n regalo, così armeno vado sur sicuro!”, risata squittente e complice rivolta all’edicolante, “Che dici chicche’, questo je piace a zzio, eh?”. La signora interloquisce con l’edicolante armeggiando con degli oggetti che L. impiega qualche istante a mettere a fuoco.
L. guarda gli oggetti. Guarda la signora. Guarda l’edicolante. Guarda di nuovo gli oggetti. Guarda l’euro e trenta destinato al suo sollazzevole giornale. Ebbene sì: la signora sta acquistando un calendario, horribilis visu, con l’effige del compianto Benito. E il suo indugiare è dovuto all’incertezza se acquistare quello con sfondo tricolore e mezzobusto raffigurante il Duce nella classica virile posa con le mani poggiate sui fianchi, quello con sfondo tricolore e figura intera con braccio proteso in avanti, palmo steso, dita chiuse, o quello sfondo tricolore e un bel primo piano del faccione mastinesco e minaccioso che scruta l’orizzonte fiero e maschio.
L. viene presa dal panico, letteralmente. Ma…ma…ma lei sta davvero acquistando un calendario del Duce? Ma questo non si può fare! Qui, nel mio quartiere, dal mio edicolante di fiducia (di fiducia perché lo scorso anno, a campionato finito, espose simpaticamente una bandiera della Roma con un bel 4 verde bianco e rosso al centro), vicino a me esistono degli individui che gioiranno nello scartare un calendario del Duce, che tutte le mattine di tutti i mesi di un intero anno si alzeranno dal letto, gli occhi abbottonati, l’alito mefistotelico, contempleranno il volto del salvatore della Patria e su di esso annoteranno lieti eventi, appuntamenti, cicli mestruali e compleanni?
L. viene colta da particolarissime reazioni fisiche: la vista le si appanna, l’iperventilazione le fa girare la testa e aumentare il battito cardiaco, lo stomaco le brontola e le gambe le tremano, la voce del Senso del Dovere le urla furibonda “Reato! Reato! Reato!”. Il primo pensiero che la sfiora è di puro terrore, teme violente rappresaglie da parte di gruppi affiliati a Casa Pound, nascosti tra i verdi cespugli del suo residenzialissimo quartiere, una volta recitata all’edicolante la sua condanna ad alta voce: “Il Manifesto, grazie”. Ma poi una sensazione di orgoglio mista a sdegno s’impadronisce di lei. Deve reagire. Non può continuare a nascondere la sua appartenenza politica (come già tende a fare, d’altronde, con quella calcistica), anzi, la deve ostentare ed esprimere a gran voce: in fondo è lei a trovarsi dalla parte del giusto, la Costituzione, che dico, la Storia! è dalla sua parte. Ingaggia, così, coraggiosamente una sfida di nervi con l’italica avventrice dell’edicola: con aria sdegnata e un tono di voce eccessivamente alto esclama “Il Manifesto!”, rivolgendosi all’edicolante, ma lanciando contemporaneamente occhiate di soppiatto alla bionda custode della patria per valutarne le reazioni, sicura di raccogliere uno sguardo di audace disprezzo o, al contrario, un sussulto di vergogna. Niente. Solo qualche stridulo sospiro nell’affannosa ricerca degli spicci nel portamonete rosa a pailletes di Hello Kitty. L. rivolge lo sguardo attonito all’edicolante, il quale, senza aver mai perduto la sua neutra e cortese espressione di circostanza, le porge in brevissimo tempo la copia da lei richiesta a gran voce.
L. rimane lì interdetta per qualche istante, Il Manifesto nella mano ancora sospesa a mezz’aria, lo sguardo allucinato, la respirazione che stenta a torare al ritmo regolare, in attesa che qualcuno, il suo Senso del dovere, il Senso della Giustizia, la Storia, Marx, Lenin, Togliatti, qualcuno le suggerisca la corretta analisi della situazione. Sarà mai possibile che simili momenti di democrazia possano consumarsi così impunemente senza che altri che lei ne sembrino affatto indignati?
Etichette:
Sophia Belbo
venerdì 7 gennaio 2011
Complessi d'ordine sessuale
Diverso tempo fa Salvatore chiedeva, su Yahoo!Answers, informazioni su Villarosa (frazione del comune di Martinsicuro, Abruzzo, sul fiume Tronto), dove avrebbe trascorso le sue prossime vacanze. «Si è scelto di fare una vacanza a Villarosa di Martinsicuro, mi sapreste dire che posto è non lo conosco. Grazie.»
Ahi lui, a giudicare dalle prime risposte, questo Martinsicuro pare sia proprio un postaccio. Una cittadina tranquilla di giorno, adatta alle famiglie, ma guai a girare di notte, «pieno di borseggiatori, delinquenti e prostitute, Martinsicuro e soprattutto Villa Rosa è la patria della prostituzione adriatica,» dice Alessandro.pe (che ha un feedback di 37% di risposte migliori). The Maui è un altro avventore del blog, che ha una percentuale di risposte migliori più bassa di Alessandro, ma con i suoi 1500 punti è già salito al livello tre. In questo caso la miglior risposta è la sua; tranquillizza Salvatore così: «è vero che è una zona piena di prostitute, ma lavorano in appartamenti e in modo molto riservato. (si vendono dei libretti con fotografie e numeri di cellulare, nella zona di Martinsicuro, Villa Rosa e Alba Adriatica; ce ne sono centinaia sparse nei vari condomini della zona). Questo però non ti deve assolutamente allarmare perché tu non vedrai niente, a meno che non prendi la macchina e vai lungo la Bonifica del Tronto e allora lì battono sulla strada.»
Non ti preoccupare, non vedrai nulla. Soprattutto non sentirai nulla. Più di tutte sembra essere questa la preoccupazione della popolazione. Ma, si sa, le comari di un paesino non brillano certo in iniziativa. Ci ha pensato allora il sindaco di Martinsicuro (Abramo Di Salvatore, centrodestra) il 15 settembre scorso con un’ordinanza che accostava stranamente nel suo oggetto il «divieto di disturbo e di lesione della civile convivenza» e la «repressione dello sfruttamento della prostituzione.» Era la nota ordinanza sugli “amplessi hot” che vietava e multava (pena pecuniaria di 500€!) la prostituzione nei condomini quando «venga accertato che essa provochi disturbo alla tranquillità degli altri residenti o offenda la civile convivenza per le modalità con cui essa si svolge.» Insomma quando sia verificato dalle forze dell’ordine, sollecitate dai condomini, che gli orgasmi in condominio sono troppo rumorosi. Ma se il problema è di decenza/ordine pubblico, a seguire la lettera della norma, bisognerebbe accertare innanzitutto che tali amplessi rumorosi provengano esattamente da un rapporto mercenario, e non coniugale; in quest’ultimo caso, infatti, non vi è pena applicabile (schiamazzi notturni?). L’ordinanza suona più o meno così: se il vostro amplesso è a pagamento, siate silenziosi; se è gratuito, urlate e ululate, nessuno infierirà. Bisogna poi immaginare il controllore che irrompe nelle camere da letto a misurare gli orgasmi in decibel e a cercare le prove del pagamento del rapporto. Ma spesso gli sbirri e i carabinieri al proprio dovere vengono meno. Speriamo non indossino l’alta uniforme.
Ma in quel di Martinsicuro la tenace lotta alla prostituzione non finisce qui. Ci ha pensato quest’altra volta l’assessore regionale ai lavori pubblici Angelo Di Paolo (PdL) e ce ne dà notizia nientepopodimenocché il Guardian, tradotto dal Fatto Quotidiano e citato da Internazionale. Sia detto per inciso, il Guardian ricorda come Di Paolo sia «un uomo noto per le sue reazioni forti. Qualche anno fa, quando era sindaco del paese di Canistro, divenne celebre per aver sparato ad un rapinatore di banca che aveva poi inseguito e catturato.” Non è uno di quelli vanno tanto per il sottile, e a mali estremi, estremi rimedi: per facilitare il controllo della Bonifica del Tronto (dove le lucciole battono sulla strada, come diceva The Maui) la soluzione è «taglio della vegetazione intorno e lungo le sponde del fiume Tronto.» Deforestazione. All’incirca 30 ettari di terreno. Il Wwf è già sul piede di guerra. Ma la giunta provinciale precisa: si tratta di un intervento di riqualificazione urbana, costruiremo piste ciclabili, allargheremo la strada fino a 10 metri e mezzo, un bell’intervento da 140 mila euro. Più asfalto, meno prostitute.
Addio Bocca di Rosa, con te se ne parte la primavera.
Etichette:
Cronache di Provincia,
Dr. Zapotec
mercoledì 5 gennaio 2011
Un blog come un'estinzione
Un giorno cinque ragazzi (annoiati, di dubbio talento e scarsa igiene personale) si ritrovarono in una casa di un nazimaoista con la precaria convinzione di aprire un blog. Di che genere di blog debba trattarsi naturalmente non gli è ancora chiaro, parlano solo vagamente di “opinioni”, “satira”, “questioni sociali” e altre parole da congresso del PCI negli anni ‘50. Si ritrovarono lì per cena, mangiarono, si ubriacarono e- come era prevedibile – non conclusero niente. Un tentativo fu fatto, il blog venne aperto e lasciato intonso con un orribile template ornitologico ad accogliere graficamente chiunque avesse la minima intenzione di buttare giù due righe de panza. La discussione si arenò tragicamente su alcune spinose questioni.
E. Dovete smetterla con questo stillicidio di puntini di sospensione. Volete dare un tono colloquiale che… perdio!
L. Qual è il problema?
E. I puntini di sospensione, i puntini di sospensione non si possono usare
G. E chi l’ha deciso?
E. Io!
G. Ah beh
E. Sono infantili, stupidi. Dai, a 15 anni usavo i puntini di sospensione, ora siamo cresciuti e non si usano più
L. Ma questo lo dici tu
O anche
G. Dovremmo usare le virgolette alte e puntute o basse e puntute?
E. In ogni caso puntute
L. Ma quelle basse sono puntute, quelle alte no!
G. quindi?
L. Puntute! E il problema semmai sarebbe: una volta che abbiamo stabilito il tipo di virgolette, la virgola andrebbe prima o dopo le virgolette?
M. Qualcuno sta parlando di note? No? Ancora nessuno ha posto la questione delle note?
Avevano deciso per l’apertura democratica di questo blog. Ma, la situazione mondiale ce lo conferma, non è tempo di democrazia questo. Il blog rimase un feticcio e questo mediocre galleggiamento si è protratto per due mesi. I ragazzi che ogni tanto ci ripensano e ci ridono su, amaramente: dietro quella risata vi è la constatazione dell’incapacità ad intraprendere alcunché, la vita che scorre tra serate stentate ed esami inutili di codicologia e glottologia. L’utilizzo della parola “alcunché”; un andamento altalenante in campionato, una vita sessuale inappagata, le schedine perse alla snai, la pelle morta delle emozioni passate, il palinsesto televisivo natalizio, pasta e ceci, il suicidio.
Così il blog viene inaugurato ufficialmente oggi, da me, con quello che potremmo tranquillamente definire un golpe. Un blog dunque nato con un atto di violenza, antidemocratico e sotto degli auspici che, vi dico sin da ora, sono antidemocratici. Sì, perché constatato anche il fatto che di velleità artistiche ce ne sono poche (quelle che c’erano io per esempio sospetto di averle esaurite in qualche tema di quinta elementare), poniamo il caso che il blog si riduce a “primo anello della catena”, un primo passo verso la conquista del mondo. Vabbè, conquista del mondo è vaga e suona ridicolo, diciamo “secondo olocausto”? va bene? Datemela buona per ora, vi spiego.
Ultimamente vi sentite misantropi, depressi e sostanzialmente incapaci di non desiderare la morte altrui? Bene, nonostante vi abbiano fatto credere che la colpa è la vostra e della vostra “inadeguatezza”, della vostra “sociopatia”, sappiate che non è così: la colpa è di tutti gli altri, il problema, detta francamente, è la razza umana. Orsù diamoci da fare dunque, diamo sfogo alle nostre individuali ed interiori frustrazioni per mettere su un regime di terrore, perché non è come vi hanno fatto credere. Poi potremo ritrovarci tutti insieme vestiti di nero, a lamentarci della miseria umana e fare tutte quelle cosucce che piacciono a noi gente depressa e che possono poi essere riassunte con due principali azioni: vedere gli altri vivere e criticarli mentre lo fanno.
L’obiettivo finale è quello di “far sorgere una nuova alba per l’umanità”; creare una nuova comunità di persone superiori. Ci ha già provato Hitler e pare che ora non se la passi troppo bene, direte voi. Non vi ho detto che però questa nuova umanità avrà un’alimentazione nuova, più sana ed essenzialmente basata sui sottaceti. Sì, lo ammetto: il fatto è che a me i sottaceti piacciono e che, soprattutto, due di noi sono proprietari della Peperlizia, maestosa multinazionale di sottaceti. Ecco: ora i manuali di storia potranno aprire un capitoletto sulle “vere ragioni della guerra”, che sono sempre “economico-finanziarie” in barba a ogni “specchietto per le allodole”; ma lo sapete meglio di me, qui c’è da rifondare l’umanità con un palinsesto televisivo più ricco, preservativi gratuiti e un campionato di calcio più equilibrato. Ancora piuttosto nebulosi i punti di partenza per una conquista del mondo, direte voi. In ogni caso useremo tutti i mezzi, la tattica è questa. Innanzitutto rapire Barbara D’Urso, ipnotizzarla (attraverso una speciale salsa di cetriolini che i nostri scienziati stanno brevettando) e utilizzarla per la manipolazione delle coscienze. Sarebbe più comodo utilizzare la salsa di cetriolini per tutti, direte voi, ma uno dei problemi è proprio questo: pochi sono gli amanti dei cetriolini e questa è una delle situazioni che ci sta maggiormente a cuore.
Sospetto comunque che ci stuferemo presto, il plagio delle coscienze è lungo, richiede molte energie e un Gerry Scotti che negli ultimi tempi sembra volersi tirare fuori dalle scene. Così ricorreremo al piano B: avvelenamento delle risorse idriche-corruzione delle forze armate-proibizionismo-istituzione di un comitato di salute pubblica-riapertura dei campi di concentramento-stermini di massa. Puff: ecco un golpe in vecchio stile. Tutte cose superate, direte voi; ma in fondo noi siamo un po’ nostalgici e i vecchi golpe erano quelli più romantici e riusciti meglio; non queste robe larvate psicossessive come quelle dei nostri tempi. “E come farete a stabilire dei principi per lo sterminio delle persone? Ve la prenderete ancora con gli ebrei?”, tendono solitamente a domandarmi dopo che ho esposto il mio granitico piano, ma che domanda banale. Scusate, ma una volta che posso decidere della vita e della morte di intere porzioni di umanità mi posso limitare solo agli ebrei? Certo, anche loro verranno sterminati ma insomma, si tratterebbe piuttosto di creare uno sterminio fondato sulla goliardia, schiribizzi personali insomma. No? va bene, allora diamoci qualche criterio.
Vi dico che all’apertura del comitato di salute pubblica le seguenti categorie di persone verranno arrestate, deportate e sterminate.
P.S. senza ipocrisie: sappiate che il lavoro non rende liberi,
1. Interisti
2. Chiunque possieda almeno un album dei seguenti gruppi: ANIMAL COLLECTIVE; MOTORHEAD; ABBA; FLOAK OF SEAGULLS; FEVER RAY; RANCID; SHAME69 E TUTTI I GRUPPI CANADESI, DI QUALSIASI GENERE.
3. Possessori di capi d’abbigliamento di colore rosa
4. Indossatori di cappelli da baseball
5. Coloro che reputano D’Annunzio un maestro della letteratura
6. Tutti gli elettori del PD
7. Maurizio Gasparri
8. Quelli che reputano Pelè più forte di Maradona
9. Maradona
10. Coloro che usano i puntini di sospensione come fossero virgole; coloro che invertono apostrofi ed accenti; coloro che scrivono “i stronzi” invece di “gli stronzi”. Insomma: tutti coloro che compiono eresie grammaticali (verranno graziati coloro che scrivono “ciliege” invece di “ciliegie”).
11. Gli insegnanti di Matematica, educazione tecnica e musica
12. Quelli con i baffi biondi
13. I Rosci
14. Gli ottimisti
15. Coloro che possiedono un pene più lungo di 20 cm
[si intende: anche coloro che non amano i sottaceti, non c’è nemmeno da dirlo].
Allora, mi fermo qua perché non è il momento di stilare dei criteri ufficiali, in ogni caso funzionerà più o meno così, avrete capito, Woody Allen e Borghezio mi aiuteranno in questa delicata operazione, nel caso. Si creerà una nuova società in cui il senso di colpa verrà abolito, tutti potranno girare comodamente nudi senza trovarsi imbarazzati di fronte a dei superdotati. Si faranno i panini coi sottaceti più buoni di sempre, nessuno sarà più ossessionato dai brutti voti in matematica e la Roma comprerà Messi (che nel frattempo farà un corso intensivo di grammatica e butterà tutti i dischi dei floak of seagulls). Tutti saranno bravissimi a scacchi; mh, anzi no: aboliti anche gli scacchi insieme all’enigmistica. Chi porrà degli indovinelli verrà arrestato e privato dell’anulare. Insomma: bandite tutte le prove di intelligenza ufficiali. Tutti saremo biondi, avremo i capelli del cantante degli human league e berremo solo negroni. Sprizzeremo Geist da ogni singolo poro della pelle e avremo una capitale, una marca di bibite e una di abbigliamento dedicata a Nietzsche.
P.S. Ora vi sarà palese: questo blog non è stato creato per arrivare a uno sterminio di massa, si è trattato di un crudo espediente, ora però fatevi avanti: mi serve uno in grado di avvelenare risorse idriche, una spia, una fattucchiera e un calzolaio. Teniamoci in contatto insomma, se la proposta vi stuzzica.
Leon Blavatsky
Etichette:
Leon Blavatsky
Iscriviti a:
Post (Atom)